Il termine "pubalgia", purtroppo così frequente nel mondo del calcio, descrive una sindrome dolorosa interessante la regione addomino-pubo-crurale ma con quadri anatomo-clinici assai differenti tra di loro.
Nonostante la definizione alquanto generica, la pubalgia è riconosciuta come condizione molto invalidante per un calciatore, tanto da costringere l'atleta a lunghe assenze dagli allenamenti e dalle competizioni per diagnosi imprecisa e/o terapia inadeguata.
Jarvinen individua almeno 72 cause di pubalgia: riguardano in gran parte patologie muscolari e tendinee (tendinopatie inserzionali, calcificazioni ectopiche, avulsioni, ernie), ossee e articolari (fratture, fratture da stress, osteocondrosi, osteonecrosi), ma anche patologie infettive e tumorali, borsiti, intrappolamenti nervosi ed altre.
Diventa quindi fondamentale una diagnosi di tipo eziologico al fine di impostare un trattamento specifico e differente da caso a caso.